La proposta di regolamento europeo in materia di Intelligenza Artificiale: verso una “discutibile” tutela individuale di tipo consumer-centric nella società dominata dal “pensiero artificiale”

Consapevole delle imponenti sfide derivanti dalla diffusione sempre più ampia del “pensiero artificiale” che è penetrato nel tessuto delle società tecnologicamente avanzate innovandone processi produttivi, tecniche comunicative, meccanismi relazionali e modalità di erogazione dei servizi pubblici e privati, l’Unione europea ha avviato, negli ultimi anni, una articolata strategia in materia di Intelligenza Artificiale il cui primo e rilevante “approdo” normativo è costituito dalla proposta di regolamento sull’IA COM(2021) 206. L’obiettivo perseguito è quello di contemperare l’esigenza di massimizzare le opportunità offerte da tale tecnologia con l’imperativo di incanalare tale complesso fenomeno all’interno di un quadro regolamentare ed etico adeguato, basato su principi e valori condivisi a livello europeo e coerente con la Carta dei diritti fondamentali. Tuttavia, nonostante le promettenti premesse orientate a garantire uno sviluppo dell’IA di tipo human-centric, tale atto risulta essere debole proprio nella costruzione dell’impianto di garanzie destinato agli utenti finali che subiscono la decisione “artificiale”. La proposta, infatti, sembra delineare un sistema consumer-centric nel quale la tutela degli utenti viene a strutturarsi quasi esclusivamente attorno agli operatori che agiscono all’interno dell’ecosistema dell’intelligenza artificiale. Tale specifica impostazione impone una seria riflessione sulle molteplici criticità che possono emergere in un panorama digitale che assume sfumature sempre più deterministiche e rischia di comprimere la sfera di libertà del singolo con inevitabili ripercussioni sulla sua dignità, incidendo sul percorso evolutivo della sua persona nella duplice dimensione di individuo in grado di autodeterminarsi e come partecipante attivo e consapevole di una società democratica.

Aware of the challenges arising from the ever-widening diffusion of “artificial thought”, the European Union has recently launched an articulated strategy on Artificial Intelligence. In this perspective, the proposal for an EU regulatory framework on artificial intelligence COM (2021) 206 constitutes the first relevant regulatory act aiming to balance the need to make the most of the opportunities offered by AI with the imperative of channeling this complex phenomenon within an adequate ethical and legal framework, based on shared values and consistent with the Charter of Fundamental Rights of the European Union. However, despite the promising premises aimed at guaranteeing a human-centric European development of AI, this act appears weak precisely in building the protection system intended for the addressees of the “artificial decision”. The proposal seems to outline a consumer-centric approach in which the protection is articulated almost exclusively around the operators who act within the AI ecosystem. This specific approach requires a deep reflection in a panorama that takes on increasingly deterministic shades and risks increasingly compressing the individual’s sphere of freedom with inevitable repercussions on his dignity both as an autonomous individual and an active and conscious participant in a democratic society.

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