Economia della privacy: una rassegna della letteratura

L’analisi dei nessi tra avanzamento tecnologico ed erosione della sfera della riservatezza costituisce un elemento caratterizzante dell’odierno dibattito sulla privacy, in particolare in relazione ai mutamenti verificatisi nel settore delle comunicazioni di massa. In tale ambiente, pochi gatekeeper posti in posizione apicale rispetto al mercato risultano in grado di tracciare e correlare le abitudini di miliardi di consumatori attraverso piattaforme, servizi online e siti internet. Si è così dato luogo ad una nuova forma di sorveglianza di cui sono protagoniste alcune imprese private che, tramite la rilevazione delle preferenze, dei desideri e degli interessi di miliardi di persone, hanno reso la raccolta e lo sfruttamento dei dati il core-business delle loro attività. Si è pertanto innescato un processo per il quale i dati personali vengono percepiti come “merce di scambio”. Merce che viene ceduta dai consumatori al fine di ottenere, senza il pagamento di un corrispettivo in denaro, i servizi offerti dalle imprese, e che viene acquisita da queste ultime al fine di proporre ai consumatori servizi ad-hoc, vendere spazi pubblicitari mirati, ovvero destinarla al commercio con terzi. A fronte della rivelazione di proprie informazioni personali, l’individuo può infatti trarre benefici tangibili ed immediati in termini di compensazioni monetarie sotto forma di sconti o premi, accesso a trattamenti preferenziali, o a servizi personalizzati. Al contempo, l’individuo dovrà però sostenere dei costi che si concretizzano – da un lato – in termini di “costi di invasione” in relazione a spam, telemarketing, pubblicità postale e – dall’altro – in relazione ai costi legati alla “profilazione”: sarà infatti possibile che all’utente vengano rivolte offerte selettive e disegnate, cioè, sulle sue specifiche capacità di spesa, nonché sulle sue propensioni.

 

The analysis of the connections between technological enhancement and erosion of the privacy sphere is one of the most relevant issues within the current debate around privacy, particularly in the light of the changes occurred in the mass communications sector. In this context, few data gatekeepers in a dominant position are able to trace and correlate the habits of billions of consumers by exploiting platforms, online services and websites. A new form of surveillance has therefore arisen: through the identification of preferences, wishes and interests of billions of people, some private companies collect and exploit such information, making data the core-business of their activities.In such context, personal data are perceived as a “tradable asset”; they are identified indeed as goods transferable by consumers in order to obtain, without monetary exchanges, the services offered by such companies. These latter, in turn, acquire such data in order to offer ad-hoc services to the same consumers, or to sell targeted advertising space, or to sell them to third parties. By disclosing personal information, individuals can obtain tangible and immediate benefits in terms of monetary compensations such as discounts and rewards; or they can access preferential treatments and customized services. However, beside benefits, there are costs that individuals have to face in terms of “invasion” (such as spam) and “profiling”: the consumer might be receiving selective offers based on his specific spending power and propensities.

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