Violazione della privacy: condanna a 10 anni di un hacker americano

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Leggere di una condanna a dieci anni di prigione per diffusione, senza il consenso degli interessati, via internet, di foto altrui, non sempre pudiche, può stupire se l’organo giurisdizionale che ha emesso la sentenza è il “District Judge” di Los Angeles James Otero.

Com’è infatti noto, l’ordinamento statunitense, in cui, più di centoventi anni fa, veniva elaborato in sede dottrinale “the right to be let alone”, non solo non tutela espressamente a livello costituzionale la privacy (ma neanche, a dirla tutta, implicitamente, almeno come valore autonomo) ma ha scoperto, dopo l’11 novembre del 2001, l’importanza del dato personale veicolato attraverso il web non tanto per tutelarlo ma, piuttosto, per consentirne l’appropriazione da parte degli apparati governativi, spesso senza la consapevolezza del titolare del dato, in nome della protezione del bene supremo della sicurezza nazionale. Il Patrioct Act docet a questo riguardo.

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