Garante della Privacy: uno sguardo indietro

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Così come avviene da sei anni a questa parte, l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha rilasciato a fine giugno la Relazione sull’attività svolta dalla stessa nel corso del 2010.

Dalla sua lettura emerge chiaramente come, inevitabilmente, l’opera del Garante si sia incentrata ancora una volta sul complesso mondo del World Wide Web, sempre più punto di grande “scontro” in ambito privacy, abbracciando anche nuove tecnologie quali il cloud computing, smartphone e tablet (per chi non se ne intendesse, il Garante ha stilato due interessanti schede descrittive sugli argomenti: link 1, link 2).

Tra le tematiche maggiormente trattate (e tra le più rilevanti) troviamo:

  • social networks;
  • Google Street View;
  • trasparenza nella Pubblica Amministrazione;
  • sanità (molto interessante il parere sui nuovi servizi disponibili presso le farmacie e l’approvazione delle linee guida sul fascicolo sanitario elettronico);
  • telecomunicazioni;
  • scuola e università;
  • banche, finanziarie e assicurazioni;
  • marketing (vedi telefonate indesiderate e “Registro delle opposizioni“);
  • etc.

E’ evidente insomma come l’attività del Garante, e di conseguenza la protezione dei dati personali, riguardi ormai i più disparati aspetti della vita di persone e imprese.

Nel 2010 sono state, infatti, approvate numerose leggi che hanno riguardato, direttamente e indirettamente, il trattamento dei dati personali, richiedendo pertanto il coordinamento dell’azione governativa con il Garante.

Per citarne alcune, svariando su differenti fronti:

  • la l. 13 agosto 2010, n. 136, “Piano straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa antimafia” con la quale è stata concessa al Governo la delega per l’istituzione di una banca dati nazionale unica della documentazione antimafia;
  • la l. 29 luglio 2010, n. 120, “Disposizioni in materia di sicurezza stradale”, che ha riformato il Codice della Strada e ha disposto l’effettuazione degli alcool test nonché dei drug test nei confronti dei neopatentati prima del rilascio della patente;
  • l’art. 49, sempre della l. n. 120 del 2010, che ha previsto la possibilità di equipaggiare alcuni autoveicoli di grandi dimensioni con un dispositivo elettronico protetto, denominato “scatola nera”, simile per funzioni a quella utilizzata dagli aerei, in grado quindi di rilevare la tipologia del percorso, la velocità media e puntuale del veicolo, le condizioni tecnico-meccaniche del medesimo e la condotta di guida, nonché, in caso di incidente, a ricostruirne la dinamica;
  • la l. 4 giugno 2010, n. 96, “Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 2009”, che ha previsto all’art. 24 forme di pubblicità dei compensi corrisposti ai manager delle società quotate;
  • la l. 26 febbraio 2010, n. 25, che all’art. 3 ha introdotto la possibilità di indicare all’interno della carta d’identità il consenso ovvero il diniego a donare i propri organi in caso di morte.

Per finire ecco alcuni numeri:

  • 600 circa i provvedimenti adottati dal Garante nel 2010;
  • 16 le volte che è stato interpellato da Parlamento e Governo per richiedere un parere;
  • 350 i ricorsi decisi;
  • 500 circa le ispezioni effettuate;
  • oltre 500 le violazioni amministrative contestate (ivi includendo il primo semestre del 2011);
  • 26.000 i contatti tra pubblico e Garante tramite telefono ed e-mail.

Insomma, molto è stato fatto, ma molto ancora resta da fare.

Considerato l’avanzare incessante delle nuove tecnologie e l’importanza (in termini pubblicitari, quindi monetari) dei dati personali per il mercato, non c’è dubbio che l’opera del Garante sia destinata a divenire sempre più rilevante, augurandosi che possa così finalmente trovare il giusto spazio tra gli organi di informazione, non venendo più, come troppo spesso accade, relegata a riviste, blog o siti internet specializzati.

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