La legge cinema in 11 punti

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Dopo un’attesa lunga 50 anni, il 1° gennaio 2017 è entrata in vigore la nuova Legge Cinema n° 220/2016. Un provvedimento volto a garantire, come affermato dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, “regole trasparenti e più risorse per film, sale e giovani”. Un restyling legislativo, fortemente innovativo, volto ad accrescere il valore del settore cinematografico, sia in termini monetari che culturali.

Si tratta di un intervento che modifica strutturalmente le modalità di “collaborazione” tra lo Stato e le imprese che operano nella filiera cinematografica. L’articolo 1 affida allo Stato “la promozione e il sostegno del cinema e dell’audiovisivo, quali fondamentali mezzi di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale, che contribuiscono alla definizione dell’identità nazionale e alla crescita civile, culturale ed economica del paese, promuovono il turismo e creano occupazione”.

L’industria filmica abbandona le sue vesti di strumento ludico per assumere un ruolo strategico nella formazione culturale e sociale del paese. Un cambiamento che passa per la valorizzazione, promozione e tutela del prodotto cinematografico italiano.

  1. Il Consiglio Superiore Cinema e Audiovisivo

L’art 11, co 7 istituisce, in sostituzione della preesistente “Sezione Cinema” della “Consulta per lo Spettacolo”, il Consiglio Superiore Cinema e Audiovisivo. Il Consiglio Superiore è dotato di un ruolo strategico con compiti “di consulenza e supporto nella elaborazione ed attuazione delle politiche di settore, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività cinematografiche e dell’audiovisivo” (art 11, 2 co)

L’organismo dura in carica 3 anni ed è composto da 11 membri:

  • “otto personalità del settore cinematografico e audiovisivo di particolare e comprovata qualificazione professionale e capacità anche in campo giuridico, economico, amministrativo e gestionale nominate, nel rispetto del principio dell’equilibrio di genere, dal Ministro, due delle quali su designazione della Conferenza unificata;
  • tre membri scelti dal Ministro nell’ambito di una rosa di nomi proposta dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore cinematografico e audiovisivo.” (art 11, co 4)

Fra queste personalità, lo stesso Ministro nomina il Presidente.

  1. Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo

Istituito dall’art 13, co 4, il fondo avrà un valore minimo di 400 milioni di euro l’anno, con un aumento del 60% delle risorse (150 milioni in più) rispetto a quelle attuali. Si tratta di un virtuoso meccanismo di “autofinanziamento” che verrà alimentato, sulla scorta del modello francese, con una quota fissa pari all’11% delle entrate effettivamente incassate nell’anno precedente, derivanti dal versamento delle imposte ai fini IRES e IVA.

Le quote saranno versate delle imprese che operano nella filiera cinematografica e audiovisiva sulle attività di “programmazione e trasmissione televisiva; distribuzione cinematografica; proiezione cinematografica; erogazione di servizi di accesso ad internet da parte delle imprese telefoniche e di telecomunicazione”

  1. Prerequisiti per accedere agli incentivi

Nessun cambiamento sul fronte. Il requisito della nazionalità italiana delle opere resta invariato.  Sono   invece escluse le opere a carattere pornografico, gli spot pubblicitari, i programmi televisivi, In quest’ultimo caso è necessario delimitare il perimetro dei programmi televisivi altrimenti si rischierà di escludere i film per la tv.

  1. Gli incentivi e agevolazioni fiscali

Agli artt. 12 ss., al fine di garantire un’effettiva partecipazione dello Stato, sono previsti diversi incentivi fiscali:

– incentivi e agevolazioni fiscali attraverso lo strumento del credito d’imposta artt. 15 – 21
– contributi automatici alle imprese, artt. 23 – 25;
– contributi selettivi, art. 26;
– contributi alle attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva, art 27;

In particolar modo, la novella ha riordinato la disciplina del credito d’imposta, prevedendo  6 Tax Credit per incentivare la produzione e la distribuzione cinematografica ed audiovisiva ed incoraggiare gli investimenti esterni.

Inoltre, è previsto un aumento del credito d’imposta fino al 30% per chi decide di investire nel cinema e nell’audiovisivo. Possono beneficiare di questi Tax Credit:

  • le imprese di distribuzione cinematografica e audiovisiva;
  • le imprese di esercizio cinematografico;
  • le industrie tecniche e di postproduzione, inclusi i laboratori di restauro;
  • la promozione di opere italiane ed europee nelle sale cinematografiche;
  • le imprese non appartenenti al settore cinematografico e audiovisivo (settore del gaming).

 

  1. Contributi automatici per le opere di nazionalità italiana

Sulla base di parametri oggettivi, lo Stato fornirà ulteriori fondi  ai produttori e distributori della filiera cinematografica che hanno ricevuto premi ed ottenuto buoni incassi con l’obiettivo di accrescere la produzione filmica. Per potervi accedere, condizione indispensabile è l’apertura, da parte dell’impresa cinematografica interessata, di una posizione contabile presso il Ministero.

Inoltre, i contributi non verranno più erogati solo ed esclusivamente in base ai dati box office ma si terrà conto anche della qualità dell’opera, della partecipazione a festival internazionali e dei premi ricevuti.

  1. Contributi selettivi

Un’attenzione particolare è rivolta agli esordienti, prevedendo una quota minima di contributi – dal 15% al 18% del fondo, pari a 70 milioni di euro – per sostenere e incentivare opere prime e seconde, giovani autori, start-up, piccole sale cinematografiche, contributi a favore dei festival e delle rassegne di qualità, nonché contribuiti per le attività di Biennale di Venezia, Istituto Luce Cinecittà e Centro sperimentale di cinematografia.

La concessione dei contributi è rimessa alla valutazione di cinque esperti. Valutazione che sarà effettuata in relazione alla qualità artistica o al valore culturale dell’opera o del progetto da realizzare.

Per le produzioni indipendenti che distribuiscono in proprio i film e le imprese esterne (ad esempio le Banche) che investono in film e si avvalgono di contributi selettivi, il Tax Credit aumenta fino al 40%.

  1. Anche l’Audiovisivo nel Fondo Garanzia per le piccole medie imprese

Con decreto del Mise e del Mibact è stata istituita una sezione speciale del Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese.  Grazie al quale le PMI potranno accedere da subito a 5 milioni di euro a valere sul Fondo per lo Sviluppo degli Investimenti nel Cinema e nell’Audiovisivo.

  1. Il potenziamento del circuito Sala

Per la valorizzazione delle sale cinematografiche, quale strumento attraverso cui accrescere la distribuzione del prodotto filmico, sono stati previsti fino a 120 milioni di euro in cinque anni – 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017, 2018 e 2019, 20 milioni di euro per l’anno 2020 e 10 milioni di euro per l’anno 2021 – per chi ristruttura sale dismesse o investe in nuove, anche attraverso  l’acquisto di locali per l’esercizio cinematografico e per i servizi connessi o per l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale esistenti.

Secondo il Ministero, sarà agevolato il riconoscimento della dichiarazione d’interesse culturale per le sale cinematografiche storiche, al fine di favorirne la conservazione e la valorizzazione attraverso il vincolo di destinazione d’uso.

Inoltre, la legge cinema prevede, allo scopo di garantire un trasparente mercato concorrenziale, l’applicazione – definita dai decreti attuativi –  di provvedimenti finalizzanti ad impedire che si creino posizioni dominanti, sia a livello locale che regionale.

  1. Digitalizzazione delle opere Cinematografiche e Audiovisive

Si tratta di un piano straordinario che mette a disposizione 30 milioni di euro nel triennio 2017-2019 per la concessione – alle imprese italiane di post-produzione, comprese le cineteche – di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Gli incentivi saranno concessi in proporzione alla quantità dei materiali digitalizzati e da digitalizzare. Valutando inoltre la rilevanza culturale del materiale a disposizione, della qualità tecnica e del progetto di digitalizzazione.

  1. Cinema e Scuola

Il 3% del fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo è destinato agli studenti che intendono potenziare le proprie competenze cinematografiche e audiovisive   “sulla base di linee di intervento concordate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Ministero dell’istruzione e della ricerca scientifica”.

  1. Addio alla Censura

Viene abolita la censura di Stato introdotta in Italia con la legge del 21 aprile 1962.  Non saranno più le commissioni ministeriali a valutare i film, a tale riguardo è previsto un meccanismo che responsabilizza produttori e i distributori cinematografici, ai quali spetterà classificare le pellicole in base ai propri criteri morali. Sarà poi lo Stato, ove si configuri un abuso, ad effettuare un controllo ex post.

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