CORECOM LOMBARDIA – LE “BEST PRACTICES” NELL’ANNO DELL’EMERGENZA SANITARIA DA COVID 19

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La pandemia da Covid-19 ha colpito duramente non solo la società civile, ma anche le istituzioni, costringendo ciascuno a misurarsi con un nuovo stile di vita, in cui la tecnologia – e in particolare internet – sono diventati l’unico strumento per lavorare, comunicare, socializzare, imparare.

Si dice che dalle situazioni di crisi nascano le opportunità: così è stato per il Corecom Lombardia, che – nonostante i condizionamenti operativi imposti dalla gestione anti-contagio – ha affrontato il periodo emergenziale con una buona dose di reattività, tanto da riuscire a reinventare modalità efficaci di gestione delle attività, con risultati sicuramente positivi.

Prima di analizzare le sue “best practices” (rese possibili grazie alla straordinario spirito di servizio delle persone che lavorano presso la struttura del Corecom Lombardia), appare utile una breve disanima di natura e funzioni dei Comitati regionali per le Comunicazioni.

  1. DALLA LEGGE MACCANICO ALLE SFIDE DIGITALI

La legge 31 luglio 1997, n. 249, recante “Istituzione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e norme sui sistemi delle telecomunicazioni e radiotelevisivo”, più nota come Legge Maccanico (dal nome del ministro pro tempore che l’aveva proposta), aveva dispostoper assicurare le necessarie funzioni di governo, garanzia e controllo in tema di comunicazioni a livello locale –  l’istituzione in ambito regionale dei Comitati regionali per le Comunicazioni (CORECOM), ai quali erano state trasferite anche le competenze in precedenza svolte dai Comitati regionali radiotelevisivi (v. art. 1, comma 13).

Per la Regione Lombardia, la legge regionale 28 ottobre 2003, n. 20 ha quindi istituito il Comitato regionale per le Comunicazioni della Lombardia (Corecom) come organo funzionale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e al contempo organo di consulenza della Giunta regionale e del Consiglio regionale in materia di comunicazioni.

Le funzioni attribuite ai Corecom si distinguono in funzioni proprie e funzioni delegate.

  1. Le prime derivano ai Corecom da disposizioni normative di leggi, sia nazionali che regionali (per il Corecom Lombardia si veda l’art. 9 della l.r. 20/2003). Tali funzioni si concretizzano nell’espressioni di pareri rispetto ai provvedimenti regionali che riguardino il settore della comunicazione e nella attività di ricerca ed indagine a supporto delle decisioni degli organi regionali. Tra le funzioni proprie, particolare rilevanza assume quella disciplinata dalla legge 22 febbraio 2000, n. 28 relativa alla parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne e referendarie per la comunicazione politica in ambito locale.
  2. L’esercizio delle funzioni delegate consegue invece alla sottoscrizione di appositi atti di natura convenzionale con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).

Il ventaglio delle funzioni delegate è particolarmente ampio:

  1. tutela e garanzia dell’utenza, con particolare riferimento ai minori, attraverso iniziative di studio, analisi ed educazione all’utilizzo dei media tradizionali e dei nuovi media;
  2. esercizio del diritto di rettifica con riferimento al settore radiotelevisivo locale;
  3. vigilanza sul rispetto dei criteri fissati nel regolamento relativo alla pubblicazione e diffusione dei sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa diffusi in ambito locale;
  4. svolgimento del tentativo di conciliazione e definizione delle controversie tra enti gestori dei servizi di comunicazione elettronica e utenti;
  5. vigilanza sul rispetto delle norme in materia di esercizio dell’attività radiotelevisiva locale, mediante il monitoraggio delle trasmissioni dell’emittenza locale privata e della concessionaria pubblica, per l’ambito di diffusione regionale, con particolare riferimento agli obblighi in materia di programmazione, anche a tutela delle minoranze linguistiche e dei minori, pubblicità e contenuti radiotelevisivi;
  6. vigilanza sul rispetto delle norme riguardanti la destinazione di risorse alla pubblicità, per fini di comunicazione istituzionale, da parte di amministrazioni ed enti pubblici;
  7. gestione delle posizioni degli operatori nell’ambito del Registro degli Operatori di Comunicazione.

L’innovazione digitale ha impattato sull’attività dei Corecom sotto diversi profili, da un lato ridefinendo i contenuti delle funzioni tradizionalmente assegnate (si pensi al nuovo scenario per la radiodiffusione televisiva digitale a seguito della liberazione delle frequenze sulla banda UHF da 694 a 790 MHz, riassegnate agli operatori di telefonia mobile per lo sviluppo delle reti 5G), dall’altro imponendo la necessità di allargare l’orizzonte dei propri  compiti (si pensi agli aspetti collegati allo sviluppo di internet e dei social network rispetto alla tutela dei minori e ai temi delle fake news e della cittadinanza digitale).

Il Corecom Lombardia ha colto le sfide offerte dallo sviluppo digitale avviando negli ultimi anni diversi progetti innovativi.

  1. MISURE A SOSTEGNO DELL’INFORMAZIONE LOCALE

I tavoli tecnici

Dall’insediamento del nuovo Comitato (ottobre 2018), sono stati avviati ex novo e poi consolidati nel tempo i rapporti con gli operatori dell’informazione locale, nella consapevolezza della crisi strutturale che – anche prima dell’emergenza sanitaria – il settore sta vivendo. I Tavoli tecnici avviati nel corso dell’anno 2019 con gli operatori delle emittenti televisive e radiofoniche, dell’editoria cartacea e online locali nonché con gli operatori delle edicole e della diffusione ha consentito di effettuare un focus sulle principali ragioni della crisi e di raccogliere le più interessanti proposte di intervento.[1]

Fondo regionale per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione radiotelevisiva e dell’editoria on line locale

Il Consiglio regionale della Lombardia ha raccolto, nel corso del 2020, la richiesta degli operatori di adottare misure di sostegno a livello locale con la legge regionale 28 dicembre 2020, n. 25 che ha istituito il “Fondo regionale per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione radiotelevisiva e dell’editoria on line locale”, prevedendo uno stanziamento annuo di 1.000.000 di euro.[2]

Il testo di legge, elaborato in fase istruttoria con il supporto tecnico del CORECOM, prevede una ripartizione delle risorse complessive nella misura del 75% per le emittenti radiotelevisive e per il 25% per l’editoria online locale.

Per il primo anno, considerata l’urgenza di prevedere un riconoscimento del ruolo svolto dalle emittenti radiotelevisive locali nel periodo dell’emergenza sanitaria, si è previsto l’assegnazione di una prima tranche di 500.000 euro alle emittenti presenti nelle graduatorie elaborate dal Ministero dello Sviluppo economica per la ripartizione delle risorse del Fondo statale per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.

Per le restanti risorse destinate nel 2021 all’emittenza radiotelevisiva locale e, a regime, per tutte le risorse destinate all’emittenza radiotelevisiva locale, sarà invece individuata una specifica procedura per l’assegnazione dei contributi, così da riconoscere un sostegno anche alle emittenti di dimensione ridotta ma legate al proprio territorio e che producono informazione di qualità, a prescindere dalla loro presenza nella graduatoria del Ministero dello Sviluppo economico.

Per quanto riguarda il contributo all’editoria online, si tratta di una misura che intende premiare l’innovazione digitale nel settore dell’informazione locale. I requisiti richiesti per l’accesso al contributo (registrazione presso la cancelleria del Tribunale in cui hanno la sede legale, presenza di un direttore responsabile iscritto all’Ordine dei giornalisti, pubblicazione di propri contenuti giornalistici prevalentemente online) sono finalizzati a selezionare le testate strutturate e che garantiscono una informazione locale di qualità.

In questo quadro, un ruolo non secondario è stato assegnato al CORECOM. La legge prevede infatti che la Giunta regionale provveda alla emanazione del bando e alla liquidazione del contributo, nonché, previo parere del CORECOM, definisca la procedura e i criteri per l’assegnazione delle risorse.

Il nuovo sistema televisivo locale (la TV digitale di seconda generazione)

Con riferimento al sistema televisivo locale, il Corecom Lombardia è, ovviamente, coinvolto nel processo di riassegnazione alle reti 5G delle frequenze sulla banda UHF da 694 a 790 Mhz in quanto si tratta di frequenze che sono attualmente assegnate alla radiotelevisione.

A differenza del precedente cambio di tecnologia (lo switch off dalle frequenze analogiche e il passaggio a quelle del digitale terrestre completato a luglio 2012), con la nuova riorganizzazione delle frequenze, che riguarderà la banda UHF 470-694 Mhz che rimarrà l’unica assegnata alle trasmissioni televisive (assieme alla VHF da 174-230 Mhz), si verificherà una riduzione delle frequenze disponibili, sulle quali andrà pertanto ripartita la capacità trasmissiva. Tale riduzione, tuttavia, non dovrebbe comportare una compressione proporzionale della capacità trasmissiva disponibile, in quanto la nuova tecnologia DVB-T2, che sostituirà l’attuale sistema DVB-T, assicura una maggiore possibilità di trasmissione.

Per tale nuova organizzazione delle bande di frequenza televisive, che interessa anche l’emittenza televisiva locale, il legislatore ha definito un complesso calendario nazionale di adempimenti, che individua le scadenze della tabella di marcia, in linea con gli obiettivi della decisione (UE) 2017/899, prevedendo una fase transitoria di attuazione, per aree geografiche, nel periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2022. Solo al termine di tale periodo avverrà il passaggio definitivo ai nuovi standard trasmissivi (la c.d. TV 4.0).

Nel 2020 il Corecom Lombardia ha realizzato, con il Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi (CeRTA) e PoliS Lombardia, una ricerca confluita nel volume”Il passaggio al 5G e gli effetti sul sistema radio-televisivo locale”.[3]

La parte più originale della ricerca è forse il contributo, frutto di un lavoro sul campo di interviste agli operatori del settore televisivo locale e di analisi del “discorso mediale”, che si è sviluppato in merito all’introduzione del 5G, che mette in risalto i punti di vista che si addensano intorno a questo processo: da un lato, i protagonisti delle emittenti lombarde evidenziano i rischi della fase, ma al contempo rivendicano la solidità delle proprie competenze e la centralità della propria funzione “pubblica”, dall’altro emerge dai discorsi comunicativi della stampa di settore un futuro ancora incerto e nebuloso, ricco di insidie tanto per gli operatori quanto per gli utenti finali.[4]

Il Corecom Lombardia accompagnerà nei prossimi anni gli operatori del settore nelle diverse fasi della road map.

Il Comitato si farà subito carico di supportare le richieste degli operatori di rete che sollecitano una semplificazione delle procedure riguardanti il cambio delle frequenze, segnalando la difficoltà di rispettare i termini della nuova digitalizzazione, visti i tempi ristretti per l’ottenimento definitivo delle frequenze e la presentazione di istanze di modifica, che riguarderanno esclusivamente le frequenze e il numero delle stesse, lasciando invece inalterata la situazione per quanto riguarda gli interventi di natura strutturale sugli impianti (parte edilizia, antenne, potenze).

Dovranno poi essere programmate le iniziative che il Corecom dovrà assumere per informare la cittadinanza rispetto ai tempi e alle conseguenze dello switch off nonché delle agevolazioni legate all’acquisto di TV e decoder idonei alla ricezione di programmi TV con i nuovi standard trasmissivi.

  1. LA MEDIA EDUCATION

Le costanti evoluzioni tecnologiche, e il conseguente impatto che i new media hanno prodotto in termini di trasformazione del consumo mediale dei minori, hanno fatto sì che una parte sempre più preponderante dell’attività del Corecom Lombardia sia indirizzata all’attuazione di programmi finalizzati alla tutela dei minori da un uso distorto del web[5].

L’Osservatorio regionale media e minori

Recependo le richieste del Corecom, il Consiglio regionale ha approvato in sede legislativa l’art. 9-bis della legge regionale 28 ottobre 2003, n. 20, aggiunto dall’art. 10 della legge regionale 6 giugno 2019, n. 9 (Legge di revisione normativa e di semplificazione 2019), prevedendo la istituzione presso il CORECOM Lombardia di un Osservatorio con compiti:

–  di diffusione di informazioni sull’uso corretto e responsabile delle tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione digitale, con particolare attenzione ai minori;

– di promozione e realizzazione di iniziative di studio, prevenzione e contrasto al fenomeno del cyberbullismo e di tutela della reputazione e della identità digitale in rete;

–  di supporto e orientamento in ordine agli strumenti di tutela della reputazione e della dignità digitale.

Nel corso dell’anno 2020, il Corecom Lombardia ha proceduto all’istituzione dell’’Osservatorio ed all’avvio della sua attività, che ha sùbito registrato l’adesione – fra le altre realtà associative – di Telefono Azzurro, Associazione italiana Avvocati sportivi, Comunità nuova, Fare per Bene, Fondazione Carolina Picchio, Aiart.

Il nuovo anno segnerà lo sviluppo dell’attività dell’Osservatorio, che intende divenire un punto di riferimento per le associazioni impegnate sui temi della prevenzione e contrasto al fenomeno del cyberbullismo e di tutela della reputazione e della identità digitale in rete, per condividere esperienze ed elaborare linee di azioni comuni.

I corsi di media education in piena emergenza sanitaria

L’attività di prevenzione svolta dal Corecom Lombardia avviene principalmente attraverso corsi di media education, con approfondimenti sulle principali tematiche connesse al mondo della comunicazione online, articolati in parte in lezioni frontali e in parte in laboratori didattici interattivi, che hanno portato all’elaborazione di due decaloghi, uno su cyberbullismo e uso responsabile delle tecnologie e l’altro sulla disinformazione (fake news).

Nei mesi di aprile e maggio 2020 sono state svolte oltre 90 lezioni online presso 45 scuole lombarde, coinvolgendo circa 2000 ragazzi. Il corso di media education ha costituito una sperimentazione importante nel panorama italiano non solo in termini di contenuti, ma anche di realizzazione. L’emergenza da coronavirus (che ha determinato da fine febbraio la chiusura totale delle scuole) ha imposto ‘passi nel futuro’ che purtroppo solo in alcune Regioni ha trovato realizzazione. Il Corecom Lombardia, per non venire meno agli impegni presi con le scuole secondarie poste su tutto il territorio regionale lombardo, è riuscito, in pochi giorni e in piena emergenza sanitaria, a trasformare un intero programma annuale dalla formula tradizionale ‘in presenza’ alla formula ‘online’, sfruttando la tecnica della DAD (didattica a distanza) con riscontri assolutamente positivi, dimostrando uno dei lati più belli delle tecnologie per l’apprendimento. Nonostante la mancanza del contatto e dello stare insieme, si è riusciti a dare continuità a un programma che era fondamentale.

Orientaserie – il nuovo sito di serie TV per le famiglie

Nell’ambito delle iniziative di prevenzione avviate dal Corecom Lombardia rientra anche il progetto denominato Orientaserie, il sito nato per conoscere e valutare le serie tv.

Il progetto è il frutto della partnership del Corecom Lombardia con Aiart, Associazione cittadini mediali, che promuove un uso consapevole dei media.

Il sito ospita le recensioni di serie tv, con cadenza tendenzialmente settimanale, in particolare rivolte a bambini e adolescenti, con l’intento programmatico di offrire alle famiglie uno strumento di consultazione agile, documentato e affidabile. Le schede sintetiche sono affiancate da un approfondimento essenziale, con indicazione degli elementi critici e un’idea dei possibili argomenti di dialogo in famiglia a partire dai temi trattati nella serie.

 Le linee guida per la DAD (Didattica a distanza)

 Con l’insorgere dell’emergenza epidemiologica legata al Covid-19, la scuola, per non fermarsi, si è dovuta adattare agli strumenti e alle modalità della didattica a distanza (DAD); tuttavia, nonostante gli sforzi e l’impegno di molti insegnanti e studenti, non sono mancate le criticità.

Il protrarsi della situazione di emergenza sanitaria anche nell’anno scolastico 2020/2021 ha perciò spinto il Corecom Lombardia a definire delle Linee Guida per la didattica a distanza (DAD).  Il Corecom Lombardia ha così inteso fornire delle indicazioni sulle modalità di attuazione della DAD, al fine di rendere l’insegnamento efficace anche a distanza mediante l’utilizzo dei sistemi informatici e telematici che la società dell’informazione fornisce.

Per una didattica efficace anche a distanza, non si può infatti riprodurre lo schema tradizionale seguito in classe, ma occorre ripensare a una nuova metodologia didattica. Non solo: molte delle problematiche riscontrate potrebbero essere risolte tramite l’adozione di alcuni semplici accorgimenti, i quali, se opportunamente compresi e messi in atto, rendono la didattica a distanza più semplice e meno faticosa per tutti. Così come avviene in presenza, anche nella didattica a distanza, pur non disponendo di un’aula fisica, è necessario impostare alcune regole di condotta e di utilizzo delle apparecchiature, sia da parte degli studenti, che da parte degli insegnanti, al fine di permettere un corretto e tranquillo svolgimento delle lezioni.

Le Linee Guida elaborate dal Corecom Lombardia contengono indicazioni pratiche di carattere tecnico sull’utilizzo della strumentazione (ad esempio, connessione, uso del microfono e della web-cam) e sul funzionamento delle piattaforme digitali, oltre a fornire consigli sulla gestione dell’aula nella didattica online.[6]

  1. LE NUOVE SFIDE: LA CITTADINANZA DIGITALE

 Il Corecom Lombardia è consapevole che il processo di “digitalizzazione” in ogni ambito della vita porta con sé il rischio che parte della popolazione, per ragioni di ordine economico,  o culturale, o sociale, sia esclusa dai benefici che ne dovrebbero conseguire.

Diventa allora cruciale affrontare il tema della “cittadinanza digitale”, intesa come estensione dei diritti e dei doveri di cittadinanza agli ambienti online e agli strumenti digitali.

La Legge 20 agosto 2019, n. 92 ha, come noto, introdotto nel primo e nel secondo ciclo di istruzione l’insegnamento trasversale dell’educazione civica al fine di sviluppare “la conoscenza e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società”.

In particolare, l’art. 5 della legge prevede nell’ambito dell’insegnamento   trasversale   dell’educazione civica, i contenuti e gli obiettivi dell’educazione alla cittadinanza digitale:

  1. analizzare, confrontare e   valutare   criticamente   la credibilità e l’affidabilità delle fonti di dati, informazioni e contenuti digitali;
  2. interagire attraverso varie tecnologie digitali e individuare i mezzi e le forme di comunicazione digitali appropriati per un determinato contesto;
  3. informarsi e partecipare al dibattito pubblico attraverso l’utilizzo di servizi digitali pubblici e   privati;   ricercare opportunità di crescita personale e  di  cittadinanza  partecipativa attraverso adeguate tecnologie digitali;
  4. conoscere le norme comportamentali da osservare nell’ambito dell’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’interazione   in ambienti digitali, adattare le strategie di comunicazione al pubblico specifico ed essere consapevoli della diversità   culturale   e generazionale negli ambienti digitali;
  5. creare e gestire l’identità digitale, essere in grado di proteggere la propria reputazione, gestire e tutelare i dati che si producono attraverso diversi strumenti digitali, ambienti e servizi, rispettare i dati e le identità altrui; utilizzare e  condividere informazioni personali identificabili proteggendo  se  stessi  e  gli altri;
  6. conoscere le politiche sulla tutela della   riservatezza applicate dai servizi digitali relativamente  all’uso  dei   dati personali;
  7. essere in grado di evitare, usando tecnologie digitali, rischi per la salute e minacce al proprio benessere fisico  e  psicologico; essere in grado di proteggere se’ e gli altri da  eventuali  pericoli in ambienti digitali;  essere  consapevoli  di  come  le  tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare attenzione ai comportamenti riconducibili al bullismo e al cyberbullismo.

Il Corecom Lombardia intende misurarsi su questo terreno, sia attraverso interventi formativi rivolti agli insegnanti, al fine di supportarli nella progettazione didattica prevista dall’art. 5 della L. 20 agosto 2019, n. 92, sia attraverso un’attività di ricerca, con particolare attenzione agli adolescenti che vivono nelle “periferie digitali”, in contesti rurali o nelle zone di montagna.

Una sfida impegnativa che intendiamo affrontare nel nuovo anno, confidando nel conseguimento di significativi risultati, che potranno essere raggiunti meglio e più efficacemente se nel contempo, come ci auguriamo,  l’epidemia che si muove tuttora su livelli drammaticamente preoccupanti,  avrà esaurito o almeno fortemente ridotto la sua carica più aggressiva, consentendo di ripristinare la qualità della vita dell’epoca pre Covid-19.

Milano, 15 gennaio 2021

 

[1] Si veda la pubblicazione della collana “Quaderni del CORECOM”: L’informazione locale in Lombardia. Quali iniziative per uscire dalla crisi.”.

[2] La legge regionale è stata pubblicata sul supplemento n. 53 del Bollettino Ufficiale di Regione Lombardia del
30 dicembre 2020 ed è entrata in vigore il giorno successivo.

[3] Il volume è pubblicato dalla casa editrice Rubbettino per la collana “Quaderni del Corecom” ed è liberamente scaricabile dal sito web del Corecom Lombardia

[4] La ricerca è stata presentata nel corso del seminario svoltosi presso l’aula consiliare di Palazzo Pirelli il 16 ottobre 2020.

[5] Le iniziative e le attività svolte dal Corecom Lombardia sono riassunte nella pubblicazione “Libro Bianco Media e Minori” ed. Rubbettino 2021 per la collana “Quaderni del Corecom”.

[6] Le linee guida sono state presentate nel corso di un webinar svoltosi il 4 dicembre 2020. Oltre alla Presidente del Corecom Marianna Sala, sono intervenuti Pier Marco Aroldi – professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Milano e Piacenza, Matteo Lancini – psicologo e psicoterapeuta, Presidente della Fondazione “Minotauro” di Milano e docente presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università Milano-Bicocca, Giovanni Ziccardi – professore di Informatica giuridica presso l’Università degli Studi di Milano, direttore dell’Information Society Law Center. Hanno partecipato altresì due rappresentanti del movimento studentesco “Studenti Presenti”.

 

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About Author

Dopo la laurea in Diritto processuale civile con il massimo dei voti presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano e il perfezionamento quale giurista d’impresa presso la Scuola di Giurisprudenza dell’Università Bocconi, è avvocato presso il Foro di Milano, patrocinante in Cassazione e nelle altre giurisdizioni superiori. Dal 2018 è Presidente del CORECOM Lombardia (Comitato Regionale per le Comunicazioni), authority della Regione Lombardia e organismo funzionale decentrato dell’Autorità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni (AGCOM), delegato alla trattazione del contenzioso fra utenti e operatori delle telecomunicazioni, nonché a funzioni di controllo e vigilanza in materia di audiovisivo. Autrice di studi e pubblicazioni in materia di diritto delle comunicazioni e dei nuovi media. Fra i titoli più recenti: L’altro Virus – Comunicazione e disinformazione al tempo del Covid 19, con Massimo Scaglioni, Edizioni Vita e Pensiero, 2020; Libro bianco Media e minori – L’educazione ai nuovi media ai tempi del coronavirus - Rubbettino editore, 2021.

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