IAP, i numeri del 2011

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Il 2 aprile si è tenuta presso la Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera l’inaugurazione per l’apertura del nuovo anno dello IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria), che con l’occasione ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Nuove frontiere della comunicazione commerciale e ruolo degli organismi di controllo” a cui hanno partecipato, tra gli altri, il Prof. Giovanni Pitruzzella, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il Prof. Michele Polo, Odinario di Economia Politica, Università Commerciale”Luigi Bocconi”, entrambi membri del comitato scientifico di Medialaws.

 L’occasione è servita per riassumere quanto fatto dallo IAP nel 2011 e per dare alcuni numeri qui di seguito riportati.

 Per quanto riguarda l’attività del Comitato di Controllo:

–        106 sono state le ingiunzioni di desistenza emesse;

–        29 i casi terminati con istanze al Giurì;

–        665 i casi risolti tramite semplici scambi di corrispondenza tra lo stesso Comitato e le parti;

–        102 i pareri preventivi dati.

Inoltre, sulle 29 istanze al Giurì effettuate, ben 27 hanno portato ad un accertamento di non conformità al Codice di Autodisciplina della comunicazione commerciale in oggetto, solo 2 sono invece risultate conformi alle prescrizioni. A conferma quindi dell’incisività dell’azione del Comitato.

 I settori principali di cui il Comitato si è interessato sono stati la “cura della persona” (43,4%), seguiti dai “trasporti” (10,4%) e “giochi di fortuna on-line (10,3%).

 Sono state invece ricevute dal Giurì 45 istanze di parte, che si sono concluse nel 62,3% dei casi con una decisione di non conformità al Codice di Autodisciplina, nel 13,3% le comunicazioni commerciali sono risultate conformi, mentre per un 24,4% i procedimenti si sono estinti.

Insomma, anche quando l’azione è iniziata da semplice segnalazioni esterne, il più di un caso su due è stata accertata una violazione da parte del Giurì.

 Cambiano invece sensibilmente rispetto al lavoro svolto dal Comitato di Controllo, i settori merceologici interessati dalle istanze di parte; in particolare per un buon 50% hanno riguardato le telecomunicazioni, seguite da un 12% circa per i settori delle acque minerali/alimentari.

 Da sempre punto di forza dello IAP è poi la tempistica.

 Unico nel suo genere infatti, il Giurì nel 73,5% dei casi analizzati ha deciso la causa in un tempo variabile tra gli 8 (termine minimo per la redazione delle memorie difensive) e 12 giorni dal deposito dell’istanza. Il 17,7% tra i 13 e i 16 giorni.

 Ancora, nell’88% dei casi le motivazioni della decisione sono state depositate tra 3 e 10 giorni dall’udienza (50% tra 3 e 5 gg, 38% tra 5 e 10 gg).

 Ancora una volta il sistema di autodisciplina, con numeri in sostanziale crescita rispetto agli anni precedenti, si conferma quindi unico vero strumento in grado di tutelare gli interessi dei consumatori (e concorrenziali seppur rappresentanti una minima parte del totale) grazie a veri e propri esperti del settore in grado di prendere delle decisioni in tempi rapidissimi.

 La forza disarmante dello IAP è resa tale anche e soprattutto dalle inefficienze, allo stato, dell’AGCM, organo istituzionalmente deputato alla gestione delle pratiche commerciali scorrette (leggi pubblicità ingannevole, comparativa, etc.) che, seppur con il potere penetrante di irrogare sanzioni (da 5.000 a 500.000 euro), a causa di tempi troppo lunghi per la risoluzione delle controversie e, non ultimo, appesantito dalla competenza in campo concorrenziale (non è esattamente un dettaglio)  non è in grado di reggere i ritmi frenetici del mondo pubblicitario a favore, sempre se di favore si possa parlare, di un’agile gestione in autodisciplina.

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