La nuova riforma europea sul digitale

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Convegno Corecom Lombardia

LA NUOVA RIFORMA EUROPEA SUL DIGITALE

Milano, 13 maggio 2021

Saluti introduttivi di Alessandro Fermi

Ringrazio la presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala, per avere voluto e organizzato questo appuntamento su un tema di attualità e con ospiti autorevolissimi, da Giacomo Lasorella, presidente AGCOM, che saluto cordialmente, a tutti i relatori che parteciperanno alla giornata di studi.

Il tema della riforma europea del digitale è stringente, per il recepimento della direttiva SMAV[1] (Servizi di Media Audio Visivi), oltre che di enorme importanza sotto numerosi aspetti, che oggi i diversi relatori declineranno.

Le tecnologie digitali hanno già cambiato profondamente la vita dei cittadini. Le comunicazioni digitale, i social media, il commercio elettronico e le imprese digitali, stanno trasformando il nostro mondo, un processo destinato ad ampliarsi che caratterizzerà la società del futuro. Questa grande e sostanziale trasformazione, richiede una riflessione seria a tutti i livelli, perché i tempi sono maturi per dare regole nuove al mondo digitale, perché esso diventi appieno un motore di sviluppo economico per il continente e per il nostro paese, un ambiente sicuro per tutti, i minori in primo luogo, libero, ma non preda della disinformazione e della pirateria

É con questa consapevolezza che l’Unione Europea da tempo ha disegnato una propria strategia complessiva, che si è via via affinata, che reclama per il continente un ruolo all’altezza delle proprie ambizioni nello scenario globalizzato.

Nel giugno 2020 la Commissione ha annunciato che il mercato unico digitale sarà un pilastro nella ripresa dalla crisi innescata dal COVID-19, attraverso lo sviluppo di una identità elettronica, investimenti a favore dell’intelligenza artificiale, della cybersicurezza, delle reti 5G, dell’informatica quantistica e della blockchain, gestione dei dati e lo sviluppo di sistemi nazionali per gli appalti elettronici. La resilienza passa anche da qui.

Il cambiamento può portare ad una crescita stabile e a nuova e occupazione, ma pone questioni politiche che richiedono un’azione coordinata a livello continentale per costruire punti di convergenza con chi condivide i nostri valori democratici e liberali, in campo politico ed economico.

Questa trasformazione richiederà uno sforzo considerevole, ma è vitale disporre un mercato digitale che tutela i contenuti dunque i business e in definitiva il lavoro delle persone.

Per il nostro paese un’occasione per modernizzarsi, per risalire la classica dell’indice di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI, digital economy and society index), stilato dalla Commissione europea per il 2019, che ci vede solo al 24° posto fra i 28 stati membri dell’UE.

La riforma del digitale di cui parlerete oggi è una parte sostanziale del cambiamento, perché attraverso applicazione dei principi e i criteri per l’attuazione della direttiva SMAV si arriverà ad una modernizzazione del quadro giuridico, adeguandolo all’evoluzione dello scenario tecnologico, ma soprattutto esso segnerà nuovi confini in grado di bilanciare interesse pubblico e privato, tutelare la dignità delle persone i loro diritti di cittadinanza in ambiente digitale, richiamare ad una responsabilità pubblica le piattaforme. Pluralismo, tutela dei contenuti, lotta ai contenuti illegali e alle fake news, concorrenza leale, azioni da implementare nella complessità del reticolo delle comunicazioni (internet, telefonia, tv, infrastrutture e social) e dei diversi modelli di economie alla che necessitano di una regolamentazione comune e chiara. È una sfida e in lavoro enorme quello che ci attende, anche per la delicatezza del conciliare interessi contrapposti, libertà di espressione e quant’altro.

Uno strumento importante di questa nuova stagione del digitale è la prevista co-regolamentazione delle piattaforme, che dovrebbe consentire il superamento della cosiddetta autoregolamentazione delle piattaforme. Una misura in grado di favorire la trasparenza e ridare smalto al ruolo degli stati per una democrazia digitale.

Naturalmente la legge non basta per fare i conti con lo status quo delle principali piattaforme, che rappresentano di fatto un oligopolio, ma è certamente è un primo passo nella direzione giusta, quella della legalità, per costruire uno spazio digitale sicuro e non lasciato alla buona volontà di soggetti privati.

Un’altra interessante opportunità è l’introduzione delle misure specifiche per la tutela dei consumatori dei servizi media audiovisivi, anche attraverso il ricorso a procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie che già sono state sperimentate con successo nelle telecomunicazioni attraverso l’operato dei Corecom.

La diffusione delle cosiddette ADR (Alternative Dispute Resolution) mutuate dagli ordinamenti anglosassoni, che nella loro pluralità di procedure, sono un viatico per dare corso e accesso alla giustizia. Oggi tutti riconosciamo che il ricorso a forme di giustizia alternativa conviene a entrambi le parti, ai consumatori, ma anche alle aziende e ai fornitori di servizi. È chiaro che il mondo dell’impresa, anche dell’impresa digitale, ha bisogno di strumenti efficienti per risolvere le controversie senza adire le vie legali con conseguente perdita di tempo, di denaro e danneggiamento delle relazioni commerciali.

Le sfide aperte sono tante, ma sono certo che da questo appuntamento emergeranno spunti interessanti e stimoli, in questo contesto Regione Lombardia è pronta per fare la sua parte, attraverso il Corecom e non solo.

Buon lavoro e grazie per l’attenzione!

[1] La Direttiva (UE) 2018/1808 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (servizi di media audiovisivi, SMAV) deve essere recepita entro il 19 settembre 2020

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