Diritto d’autore online: si avvicina il nuovo collecting europeo

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Con l’accordo raggiunto l’altro ieri dal Parlamento europeo e dal Consiglio d’Europa, si chiude positivamente la “prima lettura” della nuova direttiva europea sul collecting, proposta dalla Commissione l’11.7.2012 e volta a:

modernizzare il funzionamento di tutti gli organismi di gestione collettiva dei diritti d’autore e diritti connessi;

– porre le basi del nuovo copyright licensing nel mercato unico.

A seguito di ciò, la proposta di direttiva – destinata ad aprire e rendere maggiormente trasparente ed efficiente la gestione collettiva dei diritti d’autore in Rete – entra nella fase finale della sua definitiva approvazione.

La nuova direttiva europea, frutto di una consultazione collettiva,[1] si rivolge principalmente a tutte le società di collecting degli Stati membri,[2] favorendo l’introduzione di sistemi di licenza su base multi-territoriale per le opere musicali rese disponibili online, e ridefinendo completamente la governance complessiva del sistema di gestione collettiva dei diritti d’autore nei rispettivi ambiti nazionali.

Con la nuova direttiva, secondo gli intenti della Commissione – impegnata da anni nella creazione di un mercato unico dei diritti di proprietà intellettuale e dei contenuti digitali -,[3] dovrebbero superarsi i problemi derivanti dalle nuove forme di diffusione e fruizione dei contenuti creativi in Rete, nonché della frammentazione dei diritti e della complessità associata al sistema di gestione collettiva di essi.

Questa proposta è ritenuta fondamentale per il raggiungimento del mercato unico digitale, ed ha indotto il Consiglio europeo a chiedere l’accelerazione dei lavori per la conclusione dei negoziati necessari per la sua definitiva approvazione.

Gli organismi di gestione collettiva agiscono come intermediari tra i titolari dei diritti in una varietà di settori come la musica, i libri, i film ecc., ed i fornitori di servizi che intendono utilizzare le loro opere.

Il compito degli enti di collecting è gestire le licenze dei titolari dei diritti, raccogliere e distribuire le royalties, in circostanze in cui i titoli di negoziazione tra i singoli autori ed i fornitori di servizi che intendono sfruttarne i contenuti sarebbe del tutto impraticabile, comportando elevati costi di transazione.

Tuttavia, molte organizzazioni nazionali di gestione collettiva dei diritti d’autore non sono stati capaci di affrontare le sfide determinate dall’avvento dell’economia digitale. E i fornitori di servizi, dal canto loro, hanno dovuto fronteggiare l’insufficiente reperimento di contenuti “pregiati” da immettere legittimamente e sfruttare in Rete per il lancio dei servizi online da porre a disposizione dei consumatori su un gran numero di territori, e con una più equa possibilità di scelta tra repertori di contenuti online.

I casi di cattiva gestione dei diritti e dei ricavi da destinare ai titolari dei diritti, ovvero il lungo ritardo, o, in molti casi, addirittura l’omissione completa dei pagamenti delle royalties agli aventi diritto hanno inoltre ampiamente dimostrato tutta la carenza dei sistemi nazionali degli Stati membri nella gestione collettiva dei diritti di proprietà intellettuale nel nuovo scenario di fruizione online dei contenuti.

Per porre rimedio a tutto ciò, e lanciare il settore della produzione e sfruttamento dei contenuti online su tutto il territorio dell’Unione, la proposta di direttiva in discussione intende perseguire diversi obiettivi tra loro strettamente correlati e intnerconnessi.

Le norme presentate dalla Commissione prevedono dei nuovi meccanismi tesi a promuovere una maggiore trasparenza nella gestione dei diritti, nella raccolta e nella distribuzione del compenso per l’utilizzo dei diritti d’autore e diritti connessi.

In particolare:

–       vi è la chiara descrizione del diritto dei titolari dei diritti d’autore (i) di scegliere liberamente una organizzazione di gestione collettiva a cui aderire; e (ii) di scegliere la portata dell’autorizzazione da conferire alla stessa;

–       sono previsti obblighi di informazione e gestione finanziaria più rigorosi a carico delle società di gestione collettiva;

–       risulta ridefinita la loro goverance per consentire maggiore controllo da parte dei titolari dei diritti sulle attività svolte da quest’ultime;

–       è stabilito che le società di gestione collettiva mettano a disposizione dei titolari dei diritti meccanismi di reclamo e di risoluzione alternativa delle dispute; ecc.

I titolari dei diritti potranno inoltre essere coinvolti nel processo decisionale della loro organizzazione di gestione collettiva, atteso che le società di collecting saranno rafforzate nella loro capacità di rappresentare autori, interpreti o produttori in tutti gli Stati membri in vista di una gestione più accurata ed efficiente dei diritti in tutto il mercato unico.

La nuova direttiva codifica, infine, con riferimento alle opere musicali online, norme e standard comuni per la concessione di licenze collettive multi-territoriali, stabilendo che le organizzazioni di gestione collettiva possano e (in alcuni casi) debbano rappresentarsi vicendevolmente – ciascuna per il proprio territorio e repertorio di opere – al fine di concedere ed amministrare le licenze multi-territoriali all’interno del mercato unico.

Secondo la Commissione, il c..d. passaporto europeo di concessione delle licenze per la musica online – a cui dovranno provvedere gli organismi di gestione collettiva nazionali (anche attraverso l’esternalizzazione dei relativi servizi) avrebbe come effetto quello di facilitare:

1)    l’aggregazione volontaria dei repertori per l’uso in Rete di opere musicali in tutta l’UE; e

2)    la successiva concessione di licenze per mezzo di strutture organizzate multiterritorialmente.

Il passaporto europeo per ciascuna opera musicale consentirebbe inoltre di stabilire norme comuni per i soggetti che concedono licenze collettive in tutta l’UE e creerebbe una pressione concorrenziale che spingerebbe ciascuna società di gestione nazionale a sviluppare pratiche di concessione di licenze più efficienti.

Infine, tale tipo di licenza predisposta per le opere musicali online potrebbe facilitare anche in un futuro scenario l’utilizzo di altro tipo di contenuti protetti per via digitale (dagli audiovisivi ai giochi).

(via www.juslab.it)



[1] Tenutasi dal 22.10.2009 al 5.1.2010 e terminata con una pubblica audizione ad aprile del 2010, la cui documentazione è reperibile qui.

[2] Le società di gestione collettiva sono già soggette alle disposizioni della direttiva n 2006/123/CE (in GUCE, L 376 del 27.12.2006) in qualità di fornitori di servizi di collecting, e la nuova proposta di direttiva, quando verrà approvata, ne costituirà una integrazione per il necessario funzionamento di uno dei servizi del mercato interno.

[3] Allo scopo di facilitare lo sviluppo di un’offerta ampia e vantaggiosa per i consumatori e la disponibilità transnazionale dei contenuti protetti, nonché di creare un vero mercato unico del digitale, la Commissione ha avviato diverse iniziative, in particolare l’adozione, il 19 maggio 2010, dell'”Agenda digitale europea” La Commissione europea si è inoltre impegnata a creare un “mercato unico della proprietà intellettuale”. In tale contesto, il 13 luglio 2011 la Commissione ha adottato un Libro Verde che ha stimolato un dibattito sul modo di promuovere la diffusione transfrontaliera dei contenuti audiovisivi (cfr dossier reperibile qui).

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