Intervista a Matteo Roversi, creatore di sporthis – Rubrica startup

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Nella seconda puntata del nostro viaggio sulle start-up italiane e sui loro problemi giuridici, MediaLaws ha incontrato Matteo Roversi, uno dei creatori di sporthis, l’app che consente agli utenti di sfidarsi a indovinare i risultati sportivi.
Come giudichi il mercato italiano di internet oggi? Quali le maggiori criticità e quali, a tuo avviso, gli scenari interessanti per il prossimo futuro?
Il mercato delle startup tecnologiche è in forte crescita e nel 2013 esploderà anche in Italia.
La nostra maggiore criticità è che investiamo ancora troppo poco per sostenere aziende innovative. Il venture capital italiano si concentra su iniziative b2b o su aziende consolidate, con forte traction o addirittura già profittevoli: premesso che non c’è nulla di male in questo, forse avremmo anche bisogno di qualche investimento “folle”, all’americana, anche per dare coraggio ai nostri giovani imprenditori e trasmettere un segnale forte all’esterno.
Per il futuro immagino che le startup tecnologiche ci insegneranno a ridefinire il modo in cui lavoriamo, costruiamo progetti e ci relazioniamo gli uni con gli altri. Crowdsourcing, crowdfunding e coworking sono solo 3 delle parole chiave che sentiremo molto spesso nei prossimi anni e che rappresentano, oggi, un’enorme opportunità d’investimento.
Quali sono i maggiori ostacoli che, sotto il profilo giuridico e legislativo, hai incontrato nella tua esperienza di start-upper? Al netto del recente decreto su start-up e innovatori, quali riforme ti aspetti dal prossimo Governo?
La creazione di una società è una sfida complessa ed economicamente faticosa. Io e i miei soci siamo esperti di tecnologia, design e marketing, non avvocati o commercialisti. Abbiamo deciso di creare una srl in Italia, nonostante sia pratica sempre più comune per chi fa startup costituire società all’estero, negli USA o in Inghilterra. Credo che l’Italia dovrebbe premiare scelte come la nostra. Ci servono meno burocrazia nell’avviare l’azienda, costi di setup più bassi e soprattutto misure “cuscinetto” per aiutare chi fallisce a non scoraggiarsi e a ricominciare.
Sulla scorta della tua esperienza, quali consigli ti sentiresti di dare ai giovani start-upper che scelgono di investire nel mercato di internet oggi?
Iniziate quest’avventura senza paura di fallire: non c’è niente di più bello che inseguire un sogno e dedicare la propria vita a realizzarlo. Per iniziare servono tre cose:
1) una smisurata e sincera passione per il vostro lavoro;
2) la certezza di poter risolvere un problema, semplificare un processo, rendere migliore la vita delle persone che utilizzeranno il vostro prodotto;
3) un team completo, valido e affiatato che condivida le vostre stesse motivazioni.
Se ci sono queste tre cose, andrete lontano.

Cambiamo argomento. Si discute molto di privacy nelle app. Quali sono i maggiori rischi per gli utenti?
Gli app store sono ambienti abbastanza protetti. Tuttavia consigliamo sempre di leggere Privacy Policy e Terms of Service di tutte le applicazioni che richiedono l’accesso ai dati personali e di segnalare quelle che non indicano le finalità di utilizzo e i responsabili del trattamento. Anche accedendo a un’applicazione tramite Facebook forniamo dati personali: controllate sempre che non ci siano richieste di accesso a dati sensibili o inutili allo scopo del prodotto che stiamo usando. Infine, non dimenticate che molto spesso siamo noi a decidere che cosa comunicare su noi stessi: se non volete essere rintracciati quando postate un tweet o una foto su Instagram, disabilitate i servizi di localizzazione!
Immagino che, per la tua attività, ti sia interessato anche all’intricata legislazione in materia di giochi e scommesse. Quali, in questo caso, le maggiori criticità che hai registrato?
Attualmente sporthis non ha nessun legame con le società di scommesse e con il mercato del gambling, perciò non abbiamo avuto problemi a lanciare l’applicazione. sporthis usa molto l’Open Graph di Facebook, pertanto se iniziassimo a incentivare le scommesse potremmo incorrere in problemi con Facebook stessa. Parlando infine di calcio, abbiamo scoperto che i dati della Premier League sono gestiti da Football DataCo, un’azienda che richiede un pagamento annuale per poter utilizzare fixtures, statistiche, nomi e loghi delle squadre inglesi. Poiché siamo una startup e com’è noto abbiamo scarsa disponibilità economica, ecco spiegato perché in sporthis non troverete traccia della Premier League!

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