Internet e responsabilità sociale: la riforma venezuelana

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In data 20 dicembre 2010 l’Assemblea Nazionale venezuelana ha approvato il disegno di legge che riforma la c.d. legge Resorte, che disciplina la “responsabilità sociale” nei servizi radiofonici e televisivi.

La grande novità della riforma è l’applicazione della legge sulla “responsabilità sociale” anche alle reti informatiche: la legge troverà infatti applicazione in relazione a qualsiasi testo, immagine o suono la cui diffusione e ricezione avvenga all’interno del territorio venezuelano, per mezzo della diffusione radiofonica, di quella televisiva, della TV via cavo e dei “media elettronici” (senza peraltro fornire una definizione di quest’ultimi).

Di particolare interesse, in quanto oggetto di una estesa riforma, è l’art. 27 della legge in esame, che esplicita i comportamenti ritenuti illeciti dal legislatore.

La norma vieta che possano essere diffusi attraverso la radio, la televisione o via Internet quei messaggi che:

1) Incitino o promuovano e/o costituiscano apologia di reato.

2) Costituiscano propaganda di guerra.

3) Promuovano l’inquietudine nei cittadini o alterino l’ordine pubblico.

4) Disconoscano le autorità legittimamente costituite.

5) Inducano all’omicidio.

6) Incitino o promuovano la disobbedienza nei confronti del vigente ordinamento giuridico.

Come possiamo vedere, il legislatore ha valutato opportuno adottare un elenco numerato di categorie di messaggi proibiti. Tale scelta però non faciliterà l’applicazione pratica della normativa, rischiando inoltre di frustrare il principio di certezza del diritto. L’elenco che abbiamo visto appare infatti fin troppo scarno e di portata generale, difettando inoltre di un sistema di definizioni in grado di indirizzarne o limitarne l’applicazione. Si corre in questo modo il rischio che anche i messaggi frutto del normale dissenso politico possano essere ricondotti tra le fattispecie proibite e sanzionate. Non è chiaro, infatti, ove vada tracciato il confine tra il dissenso politico e l’alterazione dell’ordine pubblico, l’incoraggiamento dell’inquietudine della popolazione, l’apologia di reato o il disconoscimento delle autorità statali.

La stessa disposizione stabilisce inoltre che gli Internet service provider dovranno stabilire meccanismi che permettano di  bloccare, senza ritardi, la diffusione dei messaggi proibiti sopra elencati, quando ciò sia richiesto dalla Commissione Nazionale delle Telecomunicazioni. Gli Internet service provider, inoltre, saranno responsabili per le informazioni e i contenuti proibiti trasmessi in tutti quei casi in cui questi abbiano dato origine alla trasmissione del messaggio, modificato i dati ricevuti, selezionato dei destinatari specifici o non abbiano limitato l’accesso ai messaggi quando richiesto dalle autorità competenti.

Il sistema sanzionatorio previsto dalla riforma include, oltre a sanzioni pecuniarie, anche ulteriori sanzioni amministrative, che includono la revoca delle concessioni statali necessarie per la prestazione del servizio, così come l’interruzione temporanea della prestazione del servizio.

Su twitter è possibile seguire pareri, riflessioni e paure legate all’approvazione della riformata legge Resorte.

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